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10 cose sul perché le relazioni oggi non vanno.

1) Non hai ricevuto alcuna formazione su come, ad esempio, puoi fare per far sentire amata una persona: la scuola ti ha preparato solo per il lavoro, non per la tua vita personale – questa è quella che io chiamo educazione per gli schiavi.

2) In molte relazioni, in quasi tutte, non c’è l’ascolto e, quando manca l’ascolto, manca anche una relazione autentica.

3) L’ascolto manca perché richiede una serie di requisiti che possono esserci solo in una persona con un livello evolutivo medio – alto: non giudizio, ascolto anche di ciò che l’altro non dice, rinuncia a capire o mentalizzare, focalizzazione mentale, disponibilità ad ascoltare anche argomenti sgradevoli.

4) Il modello con cui ti relazioni con gli altri é più quello competitivo che quello collaborativo, vuoi più apparire che essere, senza considerare che ciò é tipico di chi ha bassa autostima.

5) La ferita narcisistica che hai, che é in ognuno di noi, è spaventata dal raggiungimento di una vera intimità con l’altro: il narcisista non vuole una connessione autentica, ma solo un pubblico, peraltro sostituibile con altro pubblico, quindi fungibile – per lui non sei una persona unica: al tuo posto é uguale anche se ce n’è un’altra.

6) La scuola non ti insegna come gestire in modo funzionale le relazioni; ti potrebbe aiutare la grande letteratura del passato, che contiene la vera anima dell’uomo, ma tu, anziché leggere ad es. Anna Karenina, guardi demenziali serie TV americane woke dove mostrano relazioni di plastica, finendo tragicamente per credere che le relazioni funzionino in quel modo anche nella realtà.

7) Hai creduto alla gigantesca bugia, creata dalla politica per scopi di sfruttamento, dell’uguaglianza uomo e donna, quando maschi e femmine sono, tutto al contrario, fatti in modo opposto ed è impossibile gestire in modo anche solo minimamente adeguato una relazione con una persona dell’altro sesso senza tener conto di tale diversità, che poi é una ricchezza; corri a comprare e leggere il libro di John Gray!

8) Credi alle frottole degli «interessi comuni» e altre boiate del genere in cui sembrano credere tutti, ponendo per la tua relazione obiettivi stupidi, demenziali e irrealizzabili… Chesterton diceva invece

«mi riferiscono che si può divorziare per incompatibilità, se questo è vero mi meraviglio che non abbiano divorziato tutti, perché l’uomo e la donna fondamentalmente sono incompatibili e la sfida del matrimonio é proprio riuscire ad andare oltre quella incompatibilità».

9) Credi di poter restare innamorato tutta la vita, quando il periodo dell’innamoramento dura due anni, massimo due e mezzo quando contrastato, e, dopo, la relazione deve essere sostenuta da altro; prendi il libro dei 5 linguaggi dell’amore e studialo bene.

10) Ti lascio con un passaggio altissimo della grande letteratura: le relazioni sono una lotta e una sfida quotidiana, un mettersi in discussione costante, farsi piccolo per l’ascolto e grande per l’aiuto, un lavoro che si fa non per odio di quel che si combatte, ma per amore di quel che si protegge, come conviene a ogni buon cavaliere. Se una relazione finisce, o va in difficoltà, non attaccarti mai alla stessa, ma prendi congedo con queste parole dell’Enrico V di Shakespeare, dove c’è l’essenza di ogni relazione, da vivere sempre con mancanza di attaccamento:

«Chi per questa battaglia non ha fegato che parta pure: avrà un salvacondotto e denaro pel viaggio nella borsa. Non ci garba di morire in compagnia di chi ha paura di morir con noi».

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L’ascolto: serata conclusiva del corso di psicoastrologia.

Note dell’episodio.

Il 24 ottobre 2022 si è tenuta la ottava e conclusiva serata del corso di psicoastrologia del dr. Gianluca Ruggeri, mediatore familiare e psicologo clinico, cui sono stato invitato a partecipare per parlare sul tema dell’ascolto.

In questa prima puntata del podcast di «Terre dell’anima» la registrazione della serata fornita da una partecipante, che ringrazio di nuovo, grazie Genny!

Ti consiglio caldamente di ascoltare la puntata, anche se è naturalmente un po’ lunga (puoi sempre ascoltarla a velocità aumentata), perché io e Luca enucleiamo alcune idee molto importanti in tema di ascolto, che fanno parte da sempre del mio counseling:

  • ascoltare significa sentire anche quello che l’altro non dice, come insegna il grande Carl Rogers;

  • la prima cosa che bisogna rinunciare a fare per poter ascoltare è capire;

  • l’ascolto è tale solo se non giudicante, si ascolta con il cuore, non tanto con la mente;

  • l’ascolto è focalizzato e può essere prestato meglio da chi allena la propria attenzione con la meditazione;

  • l’ascolto può anche essere diretto interiormente alle nostre subpersonalità.

Riferimenti.

Conclusioni

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Cambia la tua vita con un tappo di sughero al collo.

Il tappo al collo.

Nel luglio 1941, la regia Marina italiana partì con una piccola, ma agguerrita e, come vedremo, ben istruita, flottiglia di natanti alla conquista dell’isola di Malta (operazione Malta Due).

Siccome sarebbe stato importante sorprendere il nemico, era
fondamentale che i marinai mantenessero il silenzio, senza gridare,
fare versi o anche solo parlare.

La geniale soluzione escogitata dai vertici della Marina italiana fu
di munirsi di spago e tappi di sughero con il quale appendere al collo
di ogni incursore appunto un tappo.

Confezionate le collane per ogni marinaio, fu impartito l’ordine
tassativo di andare alla conquista di Malta stringendo tra i denti il
tappo di sughero. Se fosse, per un attimo, caduto, sarebbe stato
sufficiente recuperarlo prontamente e riposizionarlo tra i denti, con
lo scopo ultimo di assicurare il mantenimento del silenzio.

La spedizione non andò bene, ma questa idea del tappo di sughero l’ho
mutuata per molte coppie in crisi nel mio lavoro di counselor e
mediatore familiare, dove tra i vari primi interventi di emergenza
faccio spesso fabbricare questa collana dell’ascolto, che uno deve
attivare quando l’altro comincia a parlare e disattivare solo una
volta che l’altro ha terminato.

Quello che manca in molte relazioni, non solo quelle di coppia, é
proprio l’ascolto e spesso non manca per differenze culturali,
mancanza di tempo, problemi cognitivi o altro, manca proprio perché
uno semplicemente non ascolta, preferisce interrompere l’altro, sempre
troppo presto, per dire la sua.

Magari penserai che in fondo é normale, oggi va così, il mondo é un
turbinio, io cervello é una sfoglia di cipolla e via cazzeggiando, ma
io ti dico che senza ascolto non c’è relazione.

Senza ascolto non c’è relazione, su questo non ci sono cazzi.

Qualsiasi relazione: genitori figli, fratelli, amici, coppia e persino
umano animale.

Se ognuno dei due poli della relazione non è, tendenzialmente in
qualsiasi momento, disposto a farsi piccolo e a lasciare entrare le
emozioni dell’altro, per ascoltarlo e finire così a fargli compagnia
nelle sue stesse emozioni (compassione), stabilendo così quella
connessione che é l’unica cosa che serve ad affrontare i problemi,
allora quella relazione non è autentica: quella relazione,
semplicemente, non é.

Oggi, il 90% delle relazioni non sono autentiche.

Per questo i matrimoni non durano, i figli non ci corrispondono e
spesso li sentiamo come estranei, venendone ricambiati, le amicizie
sono di plastica, le donne sono solari e, generalmente, siamo meno
felici di quello che eravamo un tempo, sia come individui che come
generazione.

Possiamo fare in modo che le relazioni tornino ad essere autentiche e
il primo passo per andare in questa direzione é aprirci all’ascolto.

C’è un prezzo da pagare, ma ne vale la pena.

Legati un tappo di sughero al collo appena possibile e non avere paura
di usarlo tutte le volte in cui ti servirà.

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10 cose sull’ascolto.

1) L’ascolto, per essere tale, deve essere sempre nongiudicante e focalizzato. Per ascoltare, dunque, bisogna avere un certo livello evolutivo, cosa che spiega il fatto che oggigiorno quasi nessuno ascolta più.

2) Non giudicante significa che chi ascolta non esprime e soprattutto non nutre giudizi su quello che gli viene comunicato e sulle emozioni e sulla condizione di chi viene ascoltato.

3) Focalizzato significa che l’attenzione é circoscritta il più possibile sull’ascolto stesso; per questo, le persone che sono più brave ad ascoltare, sia gli altri che loro stesse, sono quelle che allenano l’attenzione con la meditazione e la mindfulness o la preghiera.

4) Ascoltare, come ci ha insegnato il grande Carl Rogers, significa ascoltare anche tutto quello che l’altro non dice. Sembra un paradosso, ma é verissimo.

5) Ascoltare, inoltre, significa rinunciare, per prima cosa, a voler capire: molte delle cose che si ascoltano sono poco comprensibili, ma esistono e vanno riconosciute come tali, sono le nostre emozioni, la parte più vera di noi.

6) L’ascolto autentico é un vero e proprio dono che puoi fare agli altri, un toccasana che consente a chi lo riceve di vedere subito in una luce migliore e più funzionale la sua situazione e comunque sentirsi meno solo nei suoi problemi.

7) L’ascolto è il modo in cui la nostra specie umana stabilisce una connessione e le connessioni sono i modi in cui affrontiamo e risolviamo i nostri problemi.

8) Un uomo che ascolta una donna quasi sempre fa l’errore di fornire soluzioni, quando invece la donna vuole solo essere ascoltata per trarne nutrimento ed energia per affrontare da sola le sue situazioni.

9) Fornire soluzioni, cosa che la maggior parte delle persone fa in perfetta buona fede, é in realtà una sgradevole forma di non-ascolto, che fa sentire le persone solo più inadeguate.

10) L’ascolto è necessario in ogni relazione: coppia, genitori – figli, fratelli, amici, partner di lavoro; dove non c’è un vero ascolto, non c’è una relazione autentica, ma solo un relazionarsi superficiale.

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