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L’Occidente non é emendabile.

Questo è uno dei miei post più amari di sempre; chi mi é più vicino sa che penso queste cose da anni, ma non contiene nulla di inesatto, é la pura verità. Ddecidi tu se vuoi affrontarlo o meno, potrebbe lasciarti con un senso di amarezza abbastanza profondo.

Decidere se riparare «qualcosa» o buttarla via é una cosa che capita di dover fare a tutti, molte volte nel corso della vita.

Per sciogliere questa decisione, una delle valutazioni da svolgere é appunto vedere se una cosa é riparabile: se non lo é, infatti, non resta altro da fare che buttarla e, dopo, o prenderne un’altra o fare senza.

Il termine cosa qui é da intendere con riferimento a qualsiasi entità, anche immateriale.

Anche una relazione rientra in considerazioni di questo genere e non é emendabile, ad esempio, quando non c’è una modalità di gestione dei conflitti da adulti e da persone autentiche e con un minimo di evoluzione condivisa in entrambi i suoi membri.

Un’automobile, più banalmente, non è utilmente riparabile quando il guasto o la vetustà sono tali da rendere o impossibile o sconveniente la riparazione.

Una delle cose oggi non più riparabile é l’Occidente o meglio la società o civiltà occidentale, perché, dal dopoguerra almeno ad oggi, é stata impostata su basi anti umane, infondendo una cultura da un lato insensata e dall’altro, per alcuni aspetti, di vera e propria morte, che ne hanno determinato il progressivo decadimento.

Questi problemi sono non emendabili perché le persone da cui è in fondo composta la società (there is no such a thing as society, come é stato giustamente detto) hanno compiuto una rivoluzione copernicana dei loro punti di vista sulla vita, sostituendo, a quelli su cui si è basata la civiltà umana per milioni di anni, punti di vista nuovi ed opposti, nei quali, senza alcuna ragione valida, crede ciecamente e istericamente, non essendo disponibile a rinunciarvi nemmeno di fronte all’evidenza.

L’aborto, che é con tutta evidenza il frutto marcio della odierna cultura di morte, é stato disegnato nelle coscienze di tutti come un «diritto» (nota che nessuna legge, né in Italia né in altri Stati del mondo, lo definisce mai tale) e, proprio in questi anni, come se tutto ciò non fosse già un abominio, verrà codificato come un vero e proprio dovere: chi farà figli verrà biasimato per aver commesso una blasfemia contro la nuova divinità pagana di Gea o dell’ambiente (tutti gli idoli esigono da sempre sacrifici umani).

É stata introdotta la più grande confusione possibile tra i sessi, tanto che oggi le donne sono elogiate se fanno cose da maschi e gli uomini devono essere più «empatici», sensibili, ascoltatori e paritari, cioè sostanzialmente più simili alle donne.

Se una donna si comporta da donna e un uomo da uomo viene, viceversa, biasimato.

Quello che é stato fatto alla società occidentale é paragonabile a quello che avverrebbe se in un’azienda arrivasse uno e spostasse le persone da un ruolo all’altro: il fattorino fa il CEO, il capo delle vendite va a fare la contabilità, quello che ripara le macchine a pulire i cessi e così via.

Se arriva qualcuno a dire «ma che razzo fate?» gli dicono che non siamo nel medioevo, che é un retrogrado e che loro nel fare questo sono superiori e lui «non capisce».

Dopo 3 mesi ovviamente quell’azienda va in fallimento perché sono state prese delle persone che avevano delle competenze per fare quello che facevano e sono state messe a fare delle cose per cui ne erano totalmente sprovviste.

Se una donna mangia fino a sfondarsi, le cantano «sei bellissima». Se arriva un uomo a dirle che ovviamente più mangia e più ingrassa (il compito degli uomini é sempre stato quello di mostrare alle donne la realtà), gli dicono che è «tossico», così la prossima volta si fa giustamente i razzi suoi e poi, dulcis in fundo, le donne naturalmente si chiedono dove sono finiti i veri uomini.

Questa è una società che non solo vive costantemente nell’errore ma é anche convinta, all’esatto opposto, di vivere nel migliore dei modi possibili e che chi dice il contrario sia solo un povero retrogrado, un disagiato.

Come la aiuti una società del genere?

Col «dialogo»?

A parte che alla maggior parte delle persone che vivono in Occidente oggi fai molto prima a metterglielo in q-lo che in testa, ormai l’Occidente é già andato, già finito, già compromesso.

Se anche una notevole parte delle persone, cosa oggettivamente impossibile per molti motivi, per assurdo si risvegliasse, ormai sarebbe troppo tardi.

L’unica speranza dell’Occidente é una grande catastrofe che spazzi via la società attuale, lasciando solo pochi sopravvissuti che
ricostruiscano la civiltà su basi logiche e biologiche, all’esatto contrario di quanto si ha adesso.

Ogni giorno mi meraviglio che Dio non ci abbia ancora strafulminato tutti per il modo indegno in cui viviamo e usiamo i doni che abbiamo ricevuto, ma credo proprio che questa franchigia che ci ha concesso per motivi che conosce solo lui non durerà forse ancora a lungo.

Non ti dico di pentirti, di convertirti o di cambiare vita, cerca di risvegliarti per quanto puoi, non farà una grande differenza per gli altri ormai, ma potrebbe farla per te stesso.

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You know I’m no good.

Il gesto del tipo che ha denunciato in pubblico il tradimento della sua promessa sposa é inopportuno per molteplici ragioni.

In primo luogo, non è un gesto da uomo.

Può capire di dover scaricare una donna, per mille motivi diversi, compresa una scarsa adesione ai «doveri» di lealtà, fedeltà e rispetto che, dal punto di vista etico, ma anche emotivo, sussistono in quasi ogni relazione, anche prima del matrimonio, ma di certo non sono questi i modi per comportarsi con una persona con cui si è condivisa l’intimità e un pezzo di vita insieme.

Convenienze di pudore, discrezione e riservatezza, che solo fino a qualche decennio fa sarebbero state di comune evidenza e condivisione, avrebbero consigliato di gestire la cosa rigorosamente in privato.

La spasmodica ricerca dell’approvazione altrui, la costante tensione a lavare i panni in pubblico, come se la bontà di quello che facciamo dipendesse dai «voti» raggranellati sui social o meno, non integra certo un tratto maschile.

Un uomo deve sapere benissimo da solo, previa, semmai, consultazione con due o tre amici o familiari fidati, quello che deve fare e lo fa, non solo non ricercando l’approvazione del pubblico, ma anche andandoci in contrasto, se è necessario per fare la cosa giusta.

Già solo per questo motivo, quel gesto sarebbe stato da evitare.

Oltre a ciò, va considerato che il promesso sposo, nel tentativo di denigrare la sposa, si è manifestato pubblicamente come un cornuto, cosa con quale si tocca la chiusura del cerchio, dimostrandosi per l’ennesima volta che non ha rispetto per gli altri chi non riesce, per prima cosa, a rispettare se stesso.

É piuttosto volgare, poi, il tentativo di coinvolgere la generalità del pubblico nel gettare un grave discredito su un’altra persona.

Ma a noi, infatti, cosa ce ne frega, cosa ce ne deve fregare?

Io ad esempio non giudico nemmeno quelli che si comportano male con me e dovrei mettermi a giudicare per conto terzi?

Ogni uomo peraltro, nel corso della sua vita, incontra già un numero sufficiente di troie, per occuparsi anche di quelle eventuali degli altri.

Il marcio di quella relazione, comunque, che ha portato sia ai tradimenti di lei sia alla boutade di lui risiede nel fatto di non esser mai stata autentica, così come la maggior parte delle relazioni di oggi, che sono effettivamente in grave crisi.

Ci si fidanza e ci si promettere addirittura il matrimonio senza alcuna intenzione di impegnarsi seriamente, tanto é vero che, quando capita l’occasione per un tradimento, la si coglie senza problema, ma anche che, quando c’è da gestire una ferita, come appunto quella del tradimento, il metodo migliore che si individua é quello di parlarne davanti a tutto il villaggio globale.

Ma una persona autentica entra in relazione con te: se invece la persona non cerca una relazione, ma solo un suo pubblico, allora qui si fa fatica a dire che non c’è una personalità narcisistica.

Se la tua donna ti manca di rispetto e il tuo primo pensiero è quello di vendicartene pubblicamente, senza affrontarla prima nemmeno una volta, vuol dire che in quella relazione c’eri in realtà dentro solo tu.

Lei non era il tuo partner, ma solo il tuo pubblico e tu, dopo che ti ha deluso, stai semplicemente e solo cambiando pubblico…

La cosa più vergognosa é che, per accattivarti il tuo nuovo pubblico, sei disposto persino a gettare merda su te stesso.

E la ciliegina sulla torta é che fai tutto questo sentendoti anche eticamente superiore perché alla fine quella che ha tradito é lei…

Però io vedo solo due persone che sono le ennesime vittime di loro stesse e che non suscitano altro che profonda compassione.

Per questo, puoi anche non affannarti a dire che qualcuno dei due ha fatto bene o ha fatto male: sono semplicemente due persone che sono cadute dentro ad una buca e per il momento non se ne stanno nemmeno rendendo conto.

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Come si diventa counselor?

Ricevo molte richieste su come sia possibile diventa counselor e, soprattutto, su come si possa capire se, per se stessi, possa essere una buona idea.

A queste domande, soprattutto alla seconda, ci sono tante possibili risposte.

Una delle più interessanti, a mio giudizio, riguarda il rapporto che abbiamo con il dolore e la sofferenza altrui.

Sei, ad esempio, una persona che quando un amico o un familiare inizia a parlarti di un suo problema, lo interrompe, non vede l’ora che cambi discorso, si sente molto a disagio e vorrebbe, se solo fosse possibile, andarsene?

Oppure, viceversa, non hai problemi a stare accanto a persone che si trovano nella sofferenza?

I counselor sono di tanti tipi. Uno di essi è quello delle doula della morte, ad esempio: counselor che stanno accanto alle persone che stanno morendo.

Che cosa si fa di fianco ad uno che muore?

Se ti poni questa domanda, sei già un po’ fuori strada, perché in quelle situazioni non si fa niente, semplicemente si è (accanto).

Ma chi vuole stare di fianco ad un morente?

Anche questa è una domanda poco funzionale.

Una domanda che puoi farti é invece questa: quando verrà il mio momento, vorrò morire da solo o vorrei, invece, che ci fosse qualcuno accanto a me?

Lascia affondare tutte queste domande nella tua anima e cerca di ascoltare le sensazioni che provi.

Un counselor non è lì per risolvere, non deve mai dare consigli, può solo ascoltare e aiutare la persona a risolvere «da solo» le proprie situazioni, applicando il metodo della maieutica.

Il counselor capisce subito qual è il problema della persona che si trova di fronte, ma non glielo dice, perché non servirebbe a niente e perché… lo sa bene anche la persona stessa.

Anche la persona, infatti, conosce la verità, ma il punto é che non è ancora pronta per viverla.

Il counselor la aiuta ad arrivare in una situazione in cui finalmente potrà usare le tante verità che ha capito mesi o anni prima.

Un counselor non deve solo accettare la sofferenza dell’uomo ed esser capace di starle accanto così come se si trattasse di un qualsiasi altro stato emotivo.

Il counselor accetta anche la insensatezza, la contraddittorietà e le ombre, i lati negativi, degli uomini con cui entra in relazione e, più in generale, dell’uomo come realtà.

Non diventare mai counselor, invece, se vuoi continuare a pensare che tutti gli uomini siano buoni, coerenti, grati, riconoscenti, civili e così via.

Diventalo solo se ami talmente tanto l’uomo, se sei così
autenticamente curioso di conoscerlo, da accettarlo con i suoi grossi limiti, le sue manchevolezze e inadeguatezze.

Diventare counselor é un percorso evolutivo che ti porterà ad essere più forte nello spirito.

Quella maggior forza la metterai al servizio degli altri, ma anche di te stesso, perché chi illumina la strada altrui si ritrova sempre illuminata anche la propria.

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Viva la 🥔.

Una società che non richiede nemmeno, come requisito per diventare reginetta di bellezza, di avere la fregna é una società dove tutto è ammissibile e – qui continuo il discorso per i meno dotati, gli altri hanno già capito – una società dove si può fare indiscriminatamente qualsiasi cosa é una vera e propria non-società, che non fornisce nessun valore aggiunto agli individui, le cui qualità e i cui talenti perdono così di ogni importanza, tanto tutto é uguale.

Una società del genere fa vivere tutti al buio, dove le cose non si possono distinguere le une dalle altre e allora ogni dettaglio, ogni realizzazione, perde di importanza e di rilievo.

La cosa viene presentata come progresso, quando invece, tutto all’opposto, é solo una chiara manifestazione di grave decadenza.

Bisogna, all’esatto contrario, invocare una cascata di luce perenne, fare in modo che quanti più uomini e donne (non ci sono altri generi) possibili si risveglino, tornino dunque alla veglia – e alla preghiera, che della veglia é la necessaria compagna, checché ne dicano i fanatici della meditazione tour court – affinché gli individui e le cose possano tornare ad avere di nuovo un senso, inteso intanto anche semplicemente come direzione.

La notte può solo nascondere agli altri i tuoi peccati, ma sai bene che non ha nessuna pietà con te tutte le volte in cui hai bisogno di dimenticare.

Alla luce!

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