CONVIVO CON UNA RAGAZZA E HO UNA FIGLIA DA UNA RELAZIONE PRECEDENTE LA FIGLIA VIVE CON SUA MAMMA ORA LA MAMMA SI TRASFERSCE MOLTO LONTANO LA MIA COMPAGNA NON ACCETTA CHE LA MIA FIGLIA VENGA A VIVERE CON NOI COSA POSSO FARE
Dalla tua domanda non si capisce una cosa fondamentale e cioè quello che vuoi fare tu tra:
– impedire che tua figlia venga a vivere con te;
– lasciare che tua figlia venga a vivere con te sistemando le cose con la tua attuale compagna.
In realtà, non ci sono soluzioni per entrambi i casi, il secondo non è nemmeno una cosa giuridicamente rilevante, direi.
Circa la prima ipotesi, è evidente che hai il dovere anche giuridico di prenderti cura di tua figlia, se la madre si allontana e tua figlia rimane dunque senza accudimento da parte della stessa, devi fornirlo tu.
Ovviamente qui manca una marea di dettagli: motivi per cui la madre si allontana, quanto si allontana, età della figlia, situazione della figlia, situazione tua e così via. Ma direi che questa sia la considerazione di base da fare.
Nel secondo caso, cioè quello in cui tu sei disposto ad occuparti di tua figlia, ma il problema è la tua compagna che non la vuole, non è – direi – un problema giuridico, ma relazionale e di coppia: la tua compagna non ha nessun obbligo di accudimento di tua figlia, rispetto alla quale non ha alcuna relazione né di parentela né di affinità, dunque la situazione deve essere affrontata, a mio modo di di vedere, in modo diverso, tramite qualche seduta di counseling di coppia o di mediazione familiare.
Ti consiglierei dunque di prenotare una sessione di counseling in videoconferenza, o anche in presenza se preferisci, per il momento individuale per finire di inquadrare il problema, chiamando il numero 059 761926 al mattino per concordare giorno ed ora con la mia assistente.
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4 risposte su “La mia ex moglie mi appioppa mia figlia e la compagna non la vuole.”
Per come posta la domanda, mi sembra che l’autore nutra la voglia di poter accogliere la figlia, ma non riesca o tema di non riuscire a gestire il rapporto con la compagna.
Io partirei da una valutazione di priorità, è la scelta di come agire sarà conseguente.
Nello specifico;
– si parla di mia figlia, che viene prima di tutto, persino di me stesso;
– se è minore o comunque non autosufficiente, – ed è evidente che è molto verosimile sia così, dal momento che, diversamente, lnon vi sarebbe la necessità che la madre debba appiopparla a ‘me’ – ho l’obbligo giuridico di provvedervi;
– mi chiederei se, indipendentemente dall’età, sarei capace di stare bene con me stesso, se non di vivere con la consapevolezza, se non il rimorso, di non aver accolto in casa mia mia figlia;
– è vero, la ‘mia compagna’ non avrebbe alcun obbligo giuridico né alcun legame; ma se ama me, non può essere indifferente ai miei legami famigliari più importanti.
Ci sarebbero tante altre considerazioni, a mio avviso non meno importanti, ma già queste sono 4.
Può darsi che la situazione attuale non sia così semplice, per svariati motivi, ma certamente il come la nuova compagna deciderà di approcciarsi al problema non potrà non indurre l’autore a delle riflessioni qusnto meno nel medio e nel lungo termine.
Scusa l’intromissione, ma ho trovato l’argomento molto interessante, di grande attualità e ricco di spunti.
Un caro saluto.
Anzi, sei il benvenuto e ho letto con grande piacere il tuo commento, che sostanzialmente condivido.
Anche la mia impressione era che l’intenzione del padre fosse più quella di accogliere.
Il mio dubbio di base é se gli argomenti logici, in situazioni come queste, possano in effetti avere una loro rilevanza… La mia sensazione è più che la nuova compagna del padre abbia bisogno semplicemente di essere ascoltata: agli esiti di questo ascolto, potrebbe emergere una situazione più semplice e “appianabile” di quello che non potrebbe sembrare restando strettamente sul piano logico.
Un abbraccio, buona serata.
Non si può sentire una cosa del genere… comunque la soluzione è facile, lasci la compagna…
Beh un certo imbarazzo é comprensibile, io credo sia più la nuova compagna a essersi messa di traverso dove non c’era molto spazio…