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Viva la 🥔.

Una società che non richiede nemmeno, come requisito per diventare reginetta di bellezza, di avere la fregna é una società dove tutto è ammissibile e – qui continuo il discorso per i meno dotati, gli altri hanno già capito – una società dove si può fare indiscriminatamente qualsiasi cosa é una vera e propria non-società, che non fornisce nessun valore aggiunto agli individui, le cui qualità e i cui talenti perdono così di ogni importanza, tanto tutto é uguale.

Una società del genere fa vivere tutti al buio, dove le cose non si possono distinguere le une dalle altre e allora ogni dettaglio, ogni realizzazione, perde di importanza e di rilievo.

La cosa viene presentata come progresso, quando invece, tutto all’opposto, é solo una chiara manifestazione di grave decadenza.

Bisogna, all’esatto contrario, invocare una cascata di luce perenne, fare in modo che quanti più uomini e donne (non ci sono altri generi) possibili si risveglino, tornino dunque alla veglia – e alla preghiera, che della veglia é la necessaria compagna, checché ne dicano i fanatici della meditazione tour court – affinché gli individui e le cose possano tornare ad avere di nuovo un senso, inteso intanto anche semplicemente come direzione.

La notte può solo nascondere agli altri i tuoi peccati, ma sai bene che non ha nessuna pietà con te tutte le volte in cui hai bisogno di dimenticare.

Alla luce!

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Se noi uomini sposassimo le donne che meritiamo…

In questa scena, tratta dal film «Un marito ideale» del 1999, a sua volta tratto dalla celebre commedia di Oscar Wilde, una battuta fulminante che l’uomo di oggi dovrebbe riguardarsi spesso e sulla quale dovrebbe riflettere a lungo.

Oggi, infatti, molte persone si privano della bellezza e della felicità per convinzioni limitanti: sentono di non «meritare» di essere felici o di avere cose belle.

Come è diversa, invece, la prospettiva, che, mi dispiace, ma è anche quella della dottrina cattolica, per cui l’uomo in realtà non si merita nulla, ma riceve ugualmente tutto in dono e il suo compito è, al contrario, quello di essere grato di ciò che riceve e metterlo a disposizione degli altri, senza nasconderlo sotto la sabbia – rileggere, a riguardo, la parabola dei talenti.

Nessuno di noi ha ciò che si merita, pensare che si riceve quello che si merita in fondo è solo da presuntuosi, perché se avessimo ciò che davvero meritiamo, allora poveri noi!

Ricevi con gratitudine.


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Il disallineamento del fascino.

Esiste una realtà biologica e antropologica di cui ovviamente non si parla mai ma che é centrale per tutte le persone.

Si tratta del fatto che le femmine sviluppano maggiormente il loro fascino da molto giovani, perdendolo poi gradualmente via via in seguito, mentre i maschi lo manifestano piuttosto più tardi, da adulti.

É una realtà elementare, considerando che le donne basano il loro fascino sulla bellezza, la disponibilità – sì, vuol dire non essere già madri di figli generati con altri maschi – e la fertilità, mentre negli uomini quella che conta non è la bellezza, quanto lo status e le risorse.

Naturalmente, l’uomo accumula status, cioè si fa una posizione, e risorse, cioè denaro e beni, man mano che passano gli anni, tramite il suo lavoro, svolto con le proprie risorse intellettuali e, nel frattempo, diventa anche più saggio, centrato ed orientato, tutte qualità che gli consentono di essere oggettivamente utile e costituire una risorsa per le donne, non solo materiale, ma anche spirituale.

Il significato di istituti oggi biasimati e considerati superati come quello del matrimonio era di proiettare l’unione familiare su un arco temporale lungo nonostante questi disallineamenti, dove la donna prendeva un uomo non ancora realizzato, sulla base – quasi sempre – della sua progettualità, delle sue potenzialità (ecco perché le donne giovani studiano attentamente gli uomini: devono capire cosa possono fare, al di là di quel che fanno in quel momento), lo aiutava a realizzarsi e lui la teneva accanto a sé, aiutandola a sua volta anche in seguito, quando il fascino di lei man mano iniziava a declinare.

Io scelgo te per quello che non hai ancora, io tengo te nonostante quello che tu hai perduto. É un corollario di lealtà, un valore oggi molto in crisi perché tutta la nostra società è basata sulla ricerca della soddisfazione a breve termine, a discapito di tutte le altre, anche quando più importanti.

La mamma cinquantenne che divorzia per l’ennesima volta e si mette alla ricerca di un uomo che voglia bene a lei e ai suoi quattro figli fatti con tre padri diversi sconosce questa realtà, così come sceglie di ignorarla il cinquantenne che spacca il proprio matrimonio per rincorrere il qlo di una ventenne.

A me dispiace, ma nascere donna non è uguale a nascere uomo e ogni sesso porta con sé delle precise conseguenze che non si possono ignorare se si vuole vivere bene.

L’egualitarismo é un concetto solo politico, che non ha alcuna rispondenza in biologia, antropologia, cultura, psiche e realtà dell’uomo.


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Perché onlyfans é devastante per le donne.

Il compito del cattolico romano, di ogni cristiano, oggi è quello di testimoniare la bellezza in un mondo che sembra determinato ad allontanarsene quanto più possibile.

Bisogna dire alle donne, con determinazione e costanza, che una famiglia, dei figli sono estremamente meglio che guadagnare anche 10.000 euro al mese mostrando il q-lo su onlyfans a uomini bavosi e stolidi, incapaci di relazionarsi con una donna vera.

La vita premia la vita, non chi la distrugge, la annebbia o
contribuisce ad obnubilarla sempre di più…

L’uomo é una creazione di Dio e chiunque va contro qualsiasi uomo sta facendo un peccato contro Dio, di cui gli verrà puntualmente presentato il conto, perché le leggi dell’anima sono se possibile ancora più puntuali di quelle della fisica.

Guadagnarsi da vivere, sia pure in modo opulento, approfittandosi dell’infimo livello evolutivo altrui costituisce un bagno di sangue a livello energetico e, soprattutto, trasmette all’inconscio di chi adotta queste pratiche un messaggio di grave disvalore interiore, che devasta la coscienza di sé e conduce la donna a reificarsi con le proprie mani, cioè a costituirsi in un oggetto, che vale in quanto tale e non come anima, ovviamente finché non deperisce.

Queste pratiche, che le trombe del mondo incoraggiano tutti i giorni, precipitano le donne nel mondo della materia, e ve le incatenano, un vero e proprio inferno sotterraneo dal quale molto difficilmente potranno mai risalire.

Non è affatto vero che questa sarebbe prostituzione «soft» che almeno mette le donne al riparo da violenze e malattie, perché qui ci sono malattie dell’anima gravissime e molto difficili da guarire, alimentata dalla corruzione del denaro e del benessere.

La donna che va per il mondo a prostituirsi, incontra i suoi clienti, li guarda negli occhi e li tocca, assumendosi tutti i rischi di una relazione reale, é molto più autentica di chi vorrebbe vendere fotografie di spicchi di carne su onlyfans.

Of non è modernità, non è empowerment, non é emancipazione: é solo bruttezza e degrado.

Donne, ribellatevi a questa modernità che vi schiaccia, nel senso anche etimologico di tornare al bello.

Tornate ad essere custodi della vita e della bellezza dell’anima.

Senza se e senza ma.

Evviva noi.

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