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Buon Venerdì Santo a tutti.

Oggi é il giorno del sacrificio del nostro Maestro e mi tornano in mente queste parole di uno dei più grandi scrittori dell’umanità, perché il cristianesimo non è, in fondo, una religione, ma una fede, è la fede a sua volta é solo ricambiare un amore che si é ricevuto sin da prima della nascita e, quindi, una relazione con Lui che si sceglie di avere.

«Di me le dirò che sono figlio del mio secolo, figlio della
miscredenza e del dubbio, e non solo fino ad oggi, ma tale resterò (lo so con certezza) fino alla tomba. Quali terribili sofferenze mi è costata – e mi costa tuttora – questa sete di credere, che tanto più fortemente si fa sentire nella mia anima quando più forti mi appaiono gli argomenti ad essa contrari!

Ciononostante Iddio mi manda talora degl’istanti in cui mi sento perfettamente sereno; in quegli istanti io scopro di amare e di essere amato dagli altri, e appunto in quegl’istanti io ho concepito un simbolo della fede, un Credo, in cui tutto per me è chiaro e santo.

Questo Credo è molto semplice, e suona così: credere che non c’è nulla di più bello, di più profondo, più simpatico, più ragionevole, più virile e più perfetto di Cristo; anzi non soltanto non c’è, ma addirittura, con geloso amore, mi dico che non ci può essere.

Non solo, ma arrivo a dire che se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità e se fosse effettivamente vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità.»

Lettera a Natalija Dmitrievna Fonvizina (Fedor Dostoevskij, 1854)

Buon venerdì santo, buona Pasqua a tutti.

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Persone tossiche: la corsa a eliminarle.

In quel tempo, Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.» (Mt 18,21-35)

Nella tua smania di procedere ad eliminare le «persone tossiche», applicando gli ultimi slogan motivazionali che hai trovato sui social, ricordati ben sempre che ogni persona ha qualcosa di tossico o, per meglio dire, disfunzionale, compreso te stesso.

Se la pulizia del tuo sistema relazionale significa espungere tutte le persone che qualche volta non ti hanno ascoltato, ti hanno fatto sentire inadeguato, non sono state disponibili o ti hanno offeso, allora preparati a ritrovarti completamente da solo entro pochi mesi al massimo, cosa che rappresenta il vero scopo delle convinzioni disfunzionali e demenziali oggi dominanti.

Le relazioni non sono oggetti che si buttano quando hanno dato cattiva prova, salvo casi estremi, ma situazioni sulle quali si può lavorare in ogni momento. Buttare una relazione appena c’è in essa qualcosa che non va è consumismo e capitalismo hard core applicato agli esseri umani: non va bene!

In ogni relazione disfunzionale c’è qualcosa di buono, come insegna la storia di A child called it, di David Pelzer, cui consiglio a tutti di dare un buon ripasso.

Soprattutto, quando pensi di non poter perdonare gli altri, hai considerato che il primo ad essere stato perdonato, o comunque ad aver bisogno di esser perdonato, a volte, sei proprio te stesso?

Il cristianesimo ti insegna a perdonare mentre la satanica modernità, tutto all’opposto, ti insegna a serbare rancore per sempre, ma se segui la dottrina di Cristo avrai relazioni soddisfacenti e felici, in cui ognuno dei due protagonisti accetta se stesso e l’altro con tutti i suoi limiti, difetti e inadeguatezza, se, invece, segui gli insegnamenti del mondo ti troverai presto solo col tuo livore.

Pensaci.


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Cambia la tua vita con un tappo di sughero al collo.

Il tappo al collo.

Nel luglio 1941, la regia Marina italiana partì con una piccola, ma agguerrita e, come vedremo, ben istruita, flottiglia di natanti alla conquista dell’isola di Malta (operazione Malta Due).

Siccome sarebbe stato importante sorprendere il nemico, era
fondamentale che i marinai mantenessero il silenzio, senza gridare,
fare versi o anche solo parlare.

La geniale soluzione escogitata dai vertici della Marina italiana fu
di munirsi di spago e tappi di sughero con il quale appendere al collo
di ogni incursore appunto un tappo.

Confezionate le collane per ogni marinaio, fu impartito l’ordine
tassativo di andare alla conquista di Malta stringendo tra i denti il
tappo di sughero. Se fosse, per un attimo, caduto, sarebbe stato
sufficiente recuperarlo prontamente e riposizionarlo tra i denti, con
lo scopo ultimo di assicurare il mantenimento del silenzio.

La spedizione non andò bene, ma questa idea del tappo di sughero l’ho
mutuata per molte coppie in crisi nel mio lavoro di counselor e
mediatore familiare, dove tra i vari primi interventi di emergenza
faccio spesso fabbricare questa collana dell’ascolto, che uno deve
attivare quando l’altro comincia a parlare e disattivare solo una
volta che l’altro ha terminato.

Quello che manca in molte relazioni, non solo quelle di coppia, é
proprio l’ascolto e spesso non manca per differenze culturali,
mancanza di tempo, problemi cognitivi o altro, manca proprio perché
uno semplicemente non ascolta, preferisce interrompere l’altro, sempre
troppo presto, per dire la sua.

Magari penserai che in fondo é normale, oggi va così, il mondo é un
turbinio, io cervello é una sfoglia di cipolla e via cazzeggiando, ma
io ti dico che senza ascolto non c’è relazione.

Senza ascolto non c’è relazione, su questo non ci sono cazzi.

Qualsiasi relazione: genitori figli, fratelli, amici, coppia e persino
umano animale.

Se ognuno dei due poli della relazione non è, tendenzialmente in
qualsiasi momento, disposto a farsi piccolo e a lasciare entrare le
emozioni dell’altro, per ascoltarlo e finire così a fargli compagnia
nelle sue stesse emozioni (compassione), stabilendo così quella
connessione che é l’unica cosa che serve ad affrontare i problemi,
allora quella relazione non è autentica: quella relazione,
semplicemente, non é.

Oggi, il 90% delle relazioni non sono autentiche.

Per questo i matrimoni non durano, i figli non ci corrispondono e
spesso li sentiamo come estranei, venendone ricambiati, le amicizie
sono di plastica, le donne sono solari e, generalmente, siamo meno
felici di quello che eravamo un tempo, sia come individui che come
generazione.

Possiamo fare in modo che le relazioni tornino ad essere autentiche e
il primo passo per andare in questa direzione é aprirci all’ascolto.

C’è un prezzo da pagare, ma ne vale la pena.

Legati un tappo di sughero al collo appena possibile e non avere paura
di usarlo tutte le volte in cui ti servirà.

Conclusioni

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